Plastica Seconda Vita: prosegue l’impegno di Mar-Plast nell’ambito dell’economia circolare

Certificazione rinnovata sino a ottobre 2026

Dopo la certificazione ,Plastica Seconda Vita da raccolta differenziata conseguita a giugno 2023, per i suoi prodotti Mar-Plast decide di rinnovare la stessa per il biennio 2025-2026 e, in ragione del proprio business, aggiunge un altro tassello a completamento: la certificazione ,Plastica Seconda Vita per il sottoprodotto.

Attraverso la certificazione Plastica Seconda Vita, è l’Istituto per la Promozione delle Plastiche da Riciclo (IPPRhttps://www.ippr.it/aziende-associate/mar-plast-srl/)  ad evidenziare il contenuto di riciclato e consentire la rintracciabilità dei materiali, nel rispetto degli standard di settore.

Ricordiamo di cosa si tratta.

Il marchio PSV attesta che alcuni articoli tra la gamma dei prodotti Mar-Plast sono ottenuti dall’impiego di materiali da riciclo da raccolta differenziata e/o scarto industriale.

Il marchio esiste in diverse varianti, sulla base del materiale impiegato (post-consumo, pre-consumo o un mix di entrambi) o della destinazione d’uso (“PSV Food” per i materiali e i manufatti destinati al contatto con alimenti;” PSV Bag” per gli shopper riutilizzabili). Il certificato rilasciato darà evidenza dei requisiti soddisfatti.

Per ottenerlo Mar-Plast ha impostato e attuato un sistema organizzativo in grado di garantire il rispetto dei requisiti previsti dal Regolamento di certificazione. In sintesi i requisiti sono i seguenti:

Contenuto di plastica riciclata da raccolta differenziata

La tecnologia impiegata per la produzione del materiale riciclato impone limiti in peso di rifiuti plastici molto variegati in funzione sia delle caratteristiche del materiale di partenza che delle prestazioni legate all’utilizzo dei materiali stessi; tali limiti non possono mai arrivare fino al 100%.

Il motivo risiede nel fatto che i manufatti plastici necessitano di pigmentazione. Il pigmento è aggiunto sotto forma di masterbatch in percentuali variabili del 0.5 – 2%, tali da rendere impossibile il raggiungimento del limite del 100%.

Si consideri la riciclabilità dei seguenti materiali:

LDPE95%
HDPE95%
PP95%
PET95%
Polistirolo espanso100%
Miscela eterogenea di polimeri95%

Nella produzione dei manufatti vi sono i limiti imposti dalla tecnologia utilizzata; a titolo esemplificativo si riportano i limiti minimi di materiale riciclato contenuto nel manufatto per alcune delle principali tecnologie.

I seguenti parametri potranno essere modificati in funzioni dell’evoluzione delle tecnologie e delle conoscenze del settore disponibili

Stampaggio rotazionale30%
Soffiaggio50%
Stampaggio a iniezione70%
Estrusione in continuo60%
Estrusione discontinua profili95%
Termoformatura50%

.

Nel nostro caso: un prodotto realizzato in HDPE con la tecnologia del SOFFIAGGIO deve essere prodotto impiegando almeno il 50% di granuli di HDPE riciclato, a loro volta contenenti non meno del 95% di plastiche da post-consumo (nel complesso almeno il 47,5%);

Come si definisce invece il sottoprodotto?

È la sostanza o l’oggetto originato da un processo di produzione di cui costituisce parte integrante e il cui scopo primario non è la produzione di tale sostanza o oggetto.
I sottoprodotti, è bene chiarirlo, non danno origine a un materiale riciclato. Coincidono con un riutilizzo di materiale che non è più vergine, ma non è riciclato. Questo perché, per definizione, nascono come ‘non rifiuti’.

Illustriamo il processo

Il materiale HDPE vergine sotto forma di granuli viene convogliato all’impianto dedicato e, terminata la fase di soffiaggio, il manufatto viene ripulito dalle parti di scarto (materozze) che non fanno parte del pezzo e che devono quindi essere rimosse. Questo scarto, definito “sottoprodotto”, omogeneo e non contaminato, viene trasformato in piccole scaglie per poter essere reintrodotto e riutilizzato immediatamente nel ciclo produttivo.

Tutti i nostri impianti di soffiaggio sono dotati di mulini granulatori per il recupero immediato delle materozze e degli scarti nella produzione da cui sono generati.

Come avviene?

Dopo il ciclo di soffiaggio lo stampo si apre e il flacone viene trasportato in una stazione dove delle lame lo ripuliscono dalle materozze. Tramite un nastro trasportatore le materozze vengono convogliate sino ad un granulatore integrato ed appositamente situato a bordo macchina. Il granulatore genera le scaglie e l’impianto gravimetrico per la preparazione e miscelazione dosa il materiale rimacinato con quello vergine; la tramoggia aspira questa miscela e la reintroduce nel ciclo produttivo della soffiatrice. I gravimetrici Piovan permettono di impiegare i materiali (vergini o sottoprodotto) in percentuali che il capitolato ci consente di utilizzare.

A cosa serve?

Uno dei vantaggi dell’applicazione a bordo macchina è che lo scarto viene macinato appena viene generato, riducendo al minimo la potenziale contaminazione del materiale.

Stoccare il sottoprodotto avanzato a fine produzione corrisponde a un risparmio di materiale che non viene gettato, ma anche consente di poter ripartire con una miscela omogenea per la produzione successiva.




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